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Teramo al centro della Grande Viabilità

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ultima modifica 24/04/2025 10:24

Le reti di comunicazione al servizio dello sviluppo della provincia teramana...

5 Marzo 2004 - ore 10:00 - Sala Polifunzionale della Provincia

 

La provincia di Teramo dà il benvenuto a tutti gli ospiti che hanno accettato il nostro invito; agli uomini delle istituzioni che sono qui a rappresentare realtà a noi vicine e collegate, realtà con le quali, di fatto e per molti aspetti, già rappresentiamo un UNICUM, così viene percepito all'esterno, penso al resto dell'Italia ma anche e soprattutto all'Europa, come una macroarea con caratteristiche e vocazioni simili.

Lazio, Abruzzo e Marche, non a caso evidentemente, ricomprese dentro uno stesso territorio Parco; proprio riflettendo sul nuovo ruolo delle province, alcuni anni fa, si cominciò a parlare di "areavasta", quello che poi sarebbe diventato un neologismo, identificava e identica ancora oggi, un modello di programmazione territoriale, politica e istituzionale.

Nell'Italia dei 100 campanili, cominciava a farsi strada l'idea, nata dalla pratica, che pur di fronte a 100 o 1000 identità, la programmazione dello sviluppo non poteva fondare sulle dinamiche localistiche ma partendo da queste doveva agganciarsi a tendenze e progetti più vasti.

E' proprio dal riconoscimento e dalla valorizzazione dei singoli valori locali che   nasce la possibilità dello "scambio", quindi dell'arricchimento, sociale, economico, culturale.

Per scambiare occorre creare solide e funzionali "vie di comunicazione".

Ed è un vero paradosso che, mentre ci organizziamo per "comunicare" con un mondo globale attraverso le reti immateriali, stiamo ancora qui a parlare di "infrastrutture primarie".

E' un ritardo grave, del quale, tutti dobbiamo farci carico, evitando di scaricare le responsabilità su qualcuno in particolare perché ci farebbe perdere altro tempo prezioso e impegnandoci, invece, da oggi, ad un altro passo.

In provincia di Teramo, la grande rete viaria resta un nodo non sciolto. Questo territorio, cerniera fra Abruzzo e Marche e fra Abruzzo e Lazio, è al centro del passaggio obbligato per tutti i collegamenti nord-sud e est-ovest e nodo strategico del corridoio adriatico.

Il potenziamento della rete stradale, per la provincia teramana, non è una opzione ma una urgente necessità perché non è ancora stata completata la infrastrutturazione primaria.

Il completamento della Teramo-Mare e della Pedemontana Marche-Abruzzo; il raddoppio della A24 da Villa Vomano a Teramo e la realizzazione della terza corsia fra il casello di Lunghezza e il GRA di Roma; il collegamento con la terza corsia della A14 che verrà realizzata nella regione Marche, rappresentano la condizione minima per continuare a garantire la stabilità socio-economica che questo territorio ha mostrato di essere in grado di realizzare grazie alla capacità di "usare" le proprie risorse: produttive, professionali, ambientali, culturali non avendo mai potuto far conto sui grandi interventi pubblici: prima quelli della Cassa del Mezzogiorno, poi quelli sui grandi insediamenti industriali e produttivi.

La realizzazione di un sistema di sviluppo policentrico e diffuso, che continua ad avere come punto debole quello delle aree montane, è il frutto, essenzialmente, di una sana e accorta imprenditoria, di una capacità di dialogo fra le parti sociali e fra queste e le istituzioni, della valorizzazione delle risorse naturali.

Il nodo infrastrutturale, fa sentire tutto il suo peso in una organizzazione socio-economica dove le dinamiche locali sono strettamente interconesse con le tendenze  e i condizionamenti "globali". 

Emerge,quindi, rispetto al passato, un elemento nuovo: la nostra rete è al centro di un sistema di comunicazioni molto più vasto;  non risolvere il nodo teramano, significherebbe, realizzare un <imbuto> dannoso per tutti, proprio per quella interconnessione di problematiche, interessi, vocazioni, economie, risorse e dinamiche di cui parlavo prima.

Non sto qui a rifare la storia della grande viabilità nella provincia di Teramo, quella la trovate nella cartellina.

La realtà è sotto gli occhi di tutti. La nostra provincia è al centro di due grandi snodi quello fra il Tirreno e l'Adriatico e quello fra il Nord e il Sud dell'Italia.

Nonostante ciò siamo l'unica provincia abruzzese che non ha ancora completato la grande rete infrastrutturale.

Dire che siamo in ritardo non rende l'idea. Diciamo che non abbiamo nemmeno più il tempo di starne a parlare. Questo gap ha pesantemente condizionato lo sviluppo e ora deve essere colmato.

La grande rete stradale è stata tutta progettata. Dal 1995 la Provincia di Teramo si è offerta, in regime di convenzione con l'Anas, di realizzare la progettazione delle grandi opere. Non si è trattato solo di un "trasferimento" di competenze: la Provincia ha cofinanziato le progettazioni investendo propri fondi di bilancio, istituendo un "fondo progettazione" che ha rappresentato una scelta <forte> e <strategica>, una assunzione di responsabilità in proprio.

Teramo, quindi, al centro di un sistema di grande viabilità, progettato, però, in maniera tale da non tagliare fuori i piccoli e medi centri della provincia, con una logica di "innesti a pettine" che rendono virtuoso e diffuso lo "scambio" di comunicazione.

In questo contesto, i ruoli, sono ben definiti: la Provincia propone e, in regime di convenzione e di cofinanziamento con l'Anas, progetta; la Regione, sulla base dei propri programmi, recepisce o meno le istanze dell'ente locale, inserendo i progetti fra quelli da  da presentare a finanziamento al Governo; l'Anas realizza e definisce le gestione delle opere.

Non starò a dire della viabilità ordinaria. Voglio solo sottolineare due dati, che sono importanti per riflettere sul resto:

la provincia teramana è quella fra le abruzzesi che ha il maggior numero di strade e di chilometri, la maggior parte di questa fitta rete è nelle aree interne e montane, con i relativi e onerosi problemi di manutenzione.

Questa rete l'abbiamo risanata e adeguata.

Secondo l'Istat, i dati sono ufficiali e reperibili, siamo al nono posto in Italia, un risultato mi pare di tutto rispetto, per la qualità e la quantità della rete viaria. Del resto il denaro investito, con risorse di bilancio, sono notevoli. Ma anche qui avevamo da recuperare un gap e crediamo, in tutta onestà di averlo fatto.

E TORNIAMO AL perché SIAMO QUI OGGI

Le questioni aperte:

1. I tempi di realizzazione delle opere finanziate

Questo territorio ha bisogno di risposte certe e di impegni sui tempi di realizzazione delle opere già finanziate o in via di realizzazione:
- secondo, terzo e quarto lotto della Teramo - Mare
- il raddoppio della A/24 -opera prevista a carico dell'impresa aggiudicataria della gestione: la Strada dei Parchi. Da una porta Roma dall'altra Teramo

2. I finanziamenti per le opere progettate

Pedemontana nel tratto a nord da Sant'Anna a Castel di Lama; nel tratto a sud fra i due lotti in via di realizzazione e quindi da Penna Sant'Andrea a Castiglione Messer Raimondo
Servono circa 220 milioni di euro. La Pedemontana Marche-Abruzzo è una delle opere inserite dal Governo nella legge Obiettivo ma, al momento, non ci sono certezze sul suo finanziamento. I progetti preliminari sono stati consegnati ad Anas e Regione.

3. Il completamento del disegno della grande viabilità interprovinciale e interregionale con la realizzazione della terza corsia della A/14

Nelle Marche è già stata prevista la concessione alle Autostrade Spa per la realizzazione di una terza corsia dell'autostrada fino a Pedaso.  L'attuale flusso di traffico fra le due fasce costiere del Tirreno e dell'Adriatico è destinato ad aumentare con il completamento della A/24. Se non si prevede sin d'ora il prolungamento della terza corsia della A/14 da Pedaso fino al casello Teramo-Giulianova e facilmente prevedibile il rischio di far diventare un imbuto quello che dovrebbe essere uno snodo.

4. Un sistema di varianti alternativa alla Statale 16

Siamo di fronte ad una emergenza: la vecchia ma unica statale, sulla costa attraversa centri abitati e il flusso di traffico, quello pesante e quello tradizionale, è causa di problemi sempre più grandi: dall'inquinamento acustico e atmosferico che ha raggiunto livelli intollerabili alla sicurezza. Così come prefigurato nel Protocollo d'Intesa sottoscritto dal Governo, dalla Regione e dagli enti locali, bisogna prevedere una viabilità alternativa o con un sistema di varianti oppure con il rilancio dell'ipotesi progettuale di un arretramento dell'autostrada: il cosiddetto Corridoio Adriatico.


 

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