Piano provinciale di protezione civile. "Primo obiettivo prevenire l'emergenza attraverso la manutenzione del territorio" afferma l'assessore Falasca
- Info
- ultima modifica 14/06/2011 15:38
"In una regione che in due anni ha subito un terremoto e due episodi alluvionali è indispensabile dotarsi di questo strumento ed è un impegno che avevamo assunto con i cittadini con il nostro programma" dichiara Catarra
Una pressione antropica molto forte, i cambiamenti climatici, l’abbandono delle aree coltivate, la carenza di fondi per la manutenzione del territorio e un Piano territoriale, quello vigente, con previsioni insediative “totalmente sovradimensionato” sono fra le cause che trasformano gli “eventi climatici in eventi calamitosi” e che prevedono un modello di intervento di Protezione civile sia nella fase dell’emergenza che in quella della previsione e della prevenzione.
<In una regione che ha subito il terribile sisma del 2009 e due episodi alluvionali negli ultimi due anni è indispensabile dotarsi di uno strumento coordinato di intervento che ci faccia parlare tutti la stessa lingua e che punti alla “conservabilità” del territorio” ha affermato questa mattina il presidente Valter Catarra aprendo la prima conferenza programmatica del Piano. “Non siamo all’anno zero – ha aggiunto – proprio questi episodi hanno dimostrato quanto la Prefettura con la sua unità di crisi, la Regione con la sua Protezione Civile e i volontari svolgano un ruolo determinante nelle fasi dell’emergenza: ma il Piano servirà anche a prevenire e a prevedere e a farci parlare tutti lo stesso linguaggio nei momenti di crisi”.
La Giunta, su proposta dell’assessore Vincenzo Falasca, ha già approvato gli “obiettivi del Piano” e l’ente, sempre su iniziativa dell’assessorato all’Urbanistica, si è dotato di un apposito ufficio di Protezione Civile.
“Colmiamo un vuoto datato qualche anno – ha chiosato il Presidente – mantenendo fede agli impegni assunti con l’elettorato quando fra i nostri obiettivi di mandato abbiamo inserito questi specifici punti”.
“Uno strumento che deve servire soprattutto a prevenire e a prevedere e che deve viaggiare di pari passo con l’elaborazione del Piano Territoriale in quanto tutti e due questi strumenti ribaltano l’approccio con il territorio, riducono le possibilità insediative, puntanto sulla cura e sulla manutenzione, pianificano metodi e azioni di intervento” ha dichiarato l’assessore all’urbanistica Vincenzo Falasca: “un percorso che stiamo condividendo con la Regione, anche in assenza di linee guida, con la prefettura, i Comuni e le associazioni di volontariato”
La Provincia ha quindi proposto di adottare il metodo Augustus, già in uso alla Protezione Civile nazionale, che viene applicato attraverso un software che consente a tutti i soggetti coinvolti di caricare i dati ed elaborare scenari. “In questo modo – ha spiegato il responsabile dell’ufficio di Protezione Civile, Alessandro Venieri – tutti utilizzano gli stessi codici, un aspetto determinante nella fase dell’emergenza, dove, proprio i sistemi di comunicazione, possono fare la differenza” .
Oltre alle informazioni specifiche nel campo della pianificazione di protezione civile, del rischio idraulico, del rischio frane, del rischio sismico, della pianificazione urbanistica, del diritto amministrativo e del SIT - che saranno garantite in varia misura dagli uffici provinciali e dagli altri enti territoriali - sarà necessario reperire altri apporti specialistici in materia di: vulnerabilità sismica degli edifici e delle infrastrutture, dei trasporti e della viabilità.
Con il “modello di intervento” si individueranno inoltre le responsabilità nei vari livelli di comando e controllo per la gestione delle emergenze di protezione civile, al fine di realizzare un costante scambio di informazioni nel sistema centrale e periferico, utilizzando le risorse in maniera razionale.
Secono la proposta della Provincia il Sistema di comando e controllo si caratterizzerebbe con tre strutture operative:
- Centro Coordinamento Soccorsi (CCS);
- Sala Operativa provinciale con 14 funzioni di supporto;
- Centri Operativi Misti (COM).
Il modello è in grado di elaborare, per ogni singolo scenario di evento, l’attivazione delle varie funzioni di supporto e i compiti di chi è preposto alla previsione, prevenzione e soccorso prima, durante (nel caso di evento prevedibile) e dopo un evento calamitoso.
“Un incontro entusiasmante – ha chiosato in conclusione l’assessore Falasca – perché tutti hanno manifestato la necessità di aderire ad un unico modello di intervento, condividendone la costruzione e gli obiettivi”.
Teramo 14 giugno 2011