Osservatorio sociale, rapporto 2011. Aumentano popolazione, servizi, anziani e immigrati: aumentano anche di 3 punti percentuali i fondi della Provincia destinati al sostegno delle fasce più deboli.
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- ultima modifica 10/07/2012 15:18
Rasicci annuncia: "Ottenuto un finanziamento per il Centro antiviolenza dal Dipartimento Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio".
Presentato questa mattina il Rapporto sociale 2011 un documento di analisi che tratteggia il profilo socio-economico-demografico della popolazione teramana e quello dei servizi offerti da pubblico e privato.
Aumentano popolazione e servizi, aumenta la popolazione anziana e quella immigrata, aumentano anche di 3 punti percentuali le risorse che la Provincia dedica al sociale: unico ente pubblico, secondo il rapporto, che ha stanziato più fondi rispetto al passato. Quest’anno, il Rapporto, è stato elaborato non solo con un metodo quantitativo (statistico) ma anche con un “tecnica qualitativa” attraverso l’intervista e l’ascolto dei protagonisti della rete sociale.
“Non si tratta di risorse trasferite ma di fondi che ci siamo conquistati sul campo partecipando ai bandi nazionali e vincendoli: in due anni e mezzo circa 2 milioni e 600 mila euro con 26 progetti approvati e altrettanti interventi a favore di giovani, immigrati, disabili” ha sottolineato il vicepresidente Renato Rasicci citandone alcuni Green Four Young, Centro sociale Montorio (Unra), Viva la costituzione; Gioventù in azione; Vitamina G.
Ed è grazie ad un progetto presentato dall’ente con un ampio partnerariato pubblico e privato, ha annunciato Rasicci, che verrà finanziato anche il Centro Antiviolenza La Fenice per la cui sopravvivenza, in queste settimane, si sono battute molte associazioni: “Abbiamo vinto un avviso pubblico del Dipartimento Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri; 400 mila euro che ci consentiranno di proseguire e anzi rafforzare i servizi della Fenice. Venerdì saremo a Roma per firmare la convenzione”. Il Centro La Fenice, nato nel 2007 con una legge regionale, dopo il primo anno di vita, è stato sovvenzionato dalla Provincia che si è fatto carico dei servizi destinati alle donne vittime di violenza.
Quest’anno, il Rapporto Sociale è stato elaborato non solo con un metodo quantitativo (statistico) ma anche con un “tecnica qualitativa” attraverso l’intervista e l’ascolto dei protagonisti della rete sociale: un approccio che ha richiesto più tempo e più lavoro e anche per questo viene presentato a luglio.
Sintesi Rapporto sociale
Il rapporto è elaborato dal Centro di Analisi sociale della Provincia sulla base dei dati Ista, Camera di Commercio, Università di Teramo, Centro servizi Volontariato, Socioscape (Istituto di ricerca sociale applicata) ed è curato da Fabrizio D’Ovidio, Università di Torino, esperto di comunazione sociale.
“Nelle precedenti edizioni del Rapporto – ha spiegato D’Ovidio questa mattina - i temi sensibili come l’immigrazione (2008), la povertà e l’esclusione sociale (2009), il disagio giovanile (2010), sono stati affrontati attraverso l’analisi secondaria dei dati provinciali e nazionali, dunque per mezzo di un approccio di ricerca quantitativo statistico. Per la redazione del Rapporto 2011 è stato invece impiegato il focus group, una tecnica qualitativa di ricerca in cui un gruppo di persone, selezionate con criteri scientificamente definiti, è chiamato a discutere e confrontarsi su un determinato tema oggetto di indagine. Sono stati organizzati due focus group nel mese di aprile costituiti da alcuni responsabili dei principali Organismi sociali che operano nel territorio provinciale e che erogano servizi agli anziani, attraverso i quali è stato possibile ragionare e discutere attorno ad un tavolo sulla condizione dell’anziano da un punto di vista demografico, sanitario, economico, sociale, etico, culturale, ed umano. L’uso di una tecnica qualitativa di ricerca che possa dar “voce” agli attori che quotidianamente operano sul territorio è coerente con la necessità di indagare in profondità sulle condizioni socio-economiche in cui versa la provincia. Una necessità dettata dal desiderio di poter tarare e riconfigurare al meglio le politiche da adottare in un periodo profondamente segnato dalla crisi economica internazionale dei mercati finanziari che impone un alto grado di responsabilità, di consapevolezza, di trasparenza e di sobrietà da parte delle istituzioni”.
Fino al 1982 la provincia teramana è stata quella demograficamente meno consistente nel panorama regionale (22% dei residenti sul totale regionale), ma grazie ai suoi elevati livelli di crescita nel 2009 il numero di residenti della nostra provincia ha superato quelli della ripartizione dell’Aquila.
Ad oggi la popolazione residente nella ripartizione teramana ammonta al 23% del totale della popolazione abruzzese. Negli ultimi 29 anni la popolazione teramana ha avuto un tasso d’incremento r = 5,01 x 1000, più del doppio rispetto alle province dell’Aquila e Chieti (2,07 e 2,30 x 1000 rispettivamente) e maggiore di quasi un punto x 1000 rispetto al medesimo dato di Pescara (4,19 x 1000).
I residenti sono 312.239, di cui il 51% costituito da donne ed il 49% da uomini. Il bilancio demografico ci mostra, analogamente a quanto accadeva nel 2009, un Abruzzo che ha avuto saldi naturali negativi contrastati da saldi migratori fortemente positivi.
L’analisi demografica, inoltre, mostra una presenza della popolazione anziana (età 65+) molto più alta rispetto alla media regionale e nazionale; notevolmente più incidente negli ambiti del Fino-Vomano, Tordino, Costa Sud 1 e 2.
Circa il 21% della popolazione della provincia di Teramo supera i 65 anni (vale a dire che circa uno su cinque dei residenti teramani rientra nella fascia anziana). D’altro canto, appena il 13% della popolazione residente si trova in età inferiore ai 15 anni (cioè prima dell’età attiva). L’indice di vecchiaia, che esprime il rapporto tra anziani e giovani risulta pari a 1,54: vi sono 3 anziani ogni 2 giovani.
Relativamente ai servizi riferiti agli anziani, seppure l’utenza raggiunta aumenti del 10% rispetto al 2009 ed i fondi ad essi destinati costituiscano il 20% del totale, si nota come il rapporto tra il numero degli utenti oggetto di interventi e il numero di servizi attivati sia il più basso dopo quello dei disabili.
Teramo, infine, si conferma come la provincia con il più alto numero di immigrati, gli stranieri residenti rappresentano il 7,6% sul totale della popolazione (quasi un punto percentuale in più rispetto allo scorso anno).
Visto quanto emerge nella sezione demografica del Rapporto Sociale tale risultanza empirica dovrebbe far riflettere sulla capacità dell’offerta dei servizi sociali a rispondere in modo adeguato alle necessità della popolazione anziana.
I servizi
Complessivamente, in provincia di Teramo si registrano 509 interventi di tipo sociale, invertendo l’andamento decrementale riscontrato nel 2009. Si hanno infatti 63 servizi in più con un aumento pari al 14,1%.
L’aumento del numero dei servizi erogati in provincia di Teramo non modifica sostanzialmente la distribuzione degli interventi in base agli ambiti territoriali. Infatti, l’ambito Vibrata con il 23,2% del totale dei servizi (dato leggermente inferiore ma in linea con la precedente annualità) conserva la maggior presenza di interventi fruiti nel territorio provinciale.
In una situazione pressoché identica a quella riscontrata nel 2009, seguono per concentrazione di interventi gli ambiti di Teramo (con il 16,1%) e quello di Fino Vomano (con il 14,1%).
Infatti, anche per questa annualità, la tipologia di interventi principale è rappresentata dai servizi rivolti all’infanzia, all’adolescenza e alla famiglia con il 32,4%; seguono, con un andamento pressoché identico a quello della precedente annualità, gli anziani, gli interventi generali e quelli destinati ai disabili con, rispettivamente, il 25,9%, il 16,7% e il 13,8% (tab.1).
La concentrazione territoriale dei servizi evidenzia che gli interventi destinati all’infanzia, all’adolescenza e alla famiglia rappresentano per quasi tutti gli ambiti (ad eccezione di Teramo) i servizi più rappresentati (con percentuali che vanno dal 30,5% dell’ambito Vibrata al 38,5% dell’ambito Costa Sud 2).
Anche i servizi dedicati agli anziani presentano percentuali piuttosto rilevanti (escludendo Teramo e Costa Sud 1 che mostrano invece per tali servizi percentuali minori). Al contrario, gli interventi per gli immigrati e gli altri servizi hanno percentuali piuttosto esigue in ognuno degli ambiti provinciali, fatto salvo il caso di Teramo che invece evidenzia rispettivamente il 9,8% e il 17,1% .
Coerentemente al maggior numero di servizi erogati si assiste ad un aumento del numero di figure professionali: 4.506 sono i professionisti coinvolti nell’erogazione degli interventi contro i 3.942 della precedente annualità (con un aumento di 564 unità pari al 14,3%).
Il contratto di lavoro delle figure professionali coinvolte è rappresentato principalmente anche per quest’anno dalla modalità convenzionato con il 43,8% mentre le tipologie di lavoro dipendente e volontario si attestano rispettivamente al 35,6% e al 20,6% (entrambi in aumento in confronto ai dati del 2009).
Nel 2010 aumentano le risorse economiche impiegate che toccano la cifra di 42.702.189,35, con un aumento di 1.582.263,18 euro rispetto a quanto utilizzato nel 2009 coerentemente con l’aumento dei servizi erogati nella provincia di Teramo.
I fondi propri presentano un aumento rispetto ai valori dello scorso anno portandosi al 48,7% contro il 45,9% della precedente rilevazione; i fondi regionali diminuiscono lievemente attestandosi al 32,3%, pressoché stabile la compartecipazione dell’utenza con il 9,5% e gli altri fondi privati con l’1,1%; in lieve calo gli altri fondi pubblici che si attestano all’8,4% (contro il 9,6% della precedente annualità).
Teramo 10 luglio2012