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“25 novembre tutti i giorni” il messaggio della presidente della Cpo, Monica Brandiferri. Torna operativa “Casa Maia” rifugio per donne maltrattate.

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ultima modifica 25/11/2015 15:45

I dati del Centro antiviolenza confermano che la maggior parte dei casi si verifica in famiglia.

Tanti studenti e insegnanti ma anche avvocati, assistenti sociali. La manifestazione organizzata dalla Commissione pari opportunità e dalla Provincia per sensibilizzare sul tema della violenza di genere nella Giornata internazionale contro la violenza sulle donne è stata l’occasione per fare il punto sulle politiche pubbliche, sul ruolo delle reti locali anti-violenza, sulla legislazione italiana in materia e sui dati, purtroppo tutt’altro che rassicuranti.

L’iniziativa ha avuto il supporto di molte associazioni (Hannah Arendt, Se non Ora Quando, Spazio Tre, l’Istituto “G.Braga”) delle Cpo dei Comuni di Roseto, Giulianova, Colonnella, Corropoli, Martinsicuro, della Consigliera di parità, Anna Pompilii ed è stata realizzata con il contributo del Bim.

Una buona notizia arriva dalla vicepresidente della Provincia, Barbara Ferretti, che non ha potuto partecipare per motivi di lavoro ma che gestisce la delega alle Pari opportunità.: “E’ tutto pronto per riaprire Casa Maya grazie ad un finanziamento della Regione dichiarala casa di accoglienza garantirà un rifugio a 6 donne o tre nuclei familiari, dipenderà dalle circostanze. Sarà ubicata sempre a Giulianova e lavorerà a stretto contatto con le operatrici del nostro centro antiviolenza La Fenice.  Altri servizi stanno nascendo e altre istituzioni intervengono con altre competenze rispetto al fenomeno: solo una forte rete di servizi sociali, associati e sinergici, però, con quelli della prevenzione e della sicurezza, possono contrastare il fenomeno della violenza sulle donne”.

Anna Maria Pizzorno, psicologa della Fenice ha fatto il punto del lavoro che si sta svolgendo sul nostro territorio anche sulla base dei dati elaborati del Centro. Sono 398 le  donne seguite dalla Fenice; la maggior parte di queste, 137, vivono nel capoluogo mentre 95 nell’area della costa-sud e 59 in Val Vibrata: il resto delle donne assistite proviene dalle aree interne. La stragrande maggior parte è italiana (296); il 20% è laureata; il 31% è diplomata. La fascia d’età che maggiormente si rivolge al Centro è quella dai 40 ai 60 anni (185) a seguire quella che 26 a 40 anni.

Il dato, conosciuto ma che rimane il più tragicamente significativo, è che il maggior numero di violenze si registra in famiglia: le coniugate sono 186, le conviventi 67  e l’autore del maltrattamento in 267 casi è proprio il coniuge o il convivente. In 28 casi è un familiare, in 25 un conoscente e solo in 4 casi è uno sconosciuto.

Per il presidente della Provincia, Renzo Di Sabatino, allo sforzo degli enti locali “che supportano economicamente i centri o le case di accoglienza senza contributi o finanziamenti fissi in quanto servizi non rientrano fra quelli classificati essenziali” non corrisponde “un’adeguato impegno delle politiche nazionali. In tutti i paesi europei ad esempio l'educazione all'affettività, prevista dall'articolo 14 della Convenzione di Istanbul, è un elemento caratterizzante di molti percorsi didattici con  l'insegnamento degli aspetti psicologici e sociali: i cambiamenti nel corpo,  le emozioni, la salute e i danni della violenza di genere. Oggi lo scenario europeo in cui si sono sviluppate queste esperienze virtuose vede escluse solo l'Italia e la Grecia”.

A caratterizzare la mattinata un tavolo di esperti - coordinato da Tania Bonnici Castelli, giornalista e componente della Cpo - che hanno affrontato da diversi punti di vista il fenomeno: l’avvocato penalista Cataldo Mariano; la criminologa, Laura di Filippo; la magistrata, Irene Scordamaglia della Scuola superiore di Magistratura.

I lavori sono stati aperti dalla presidente della Cpo, Monica Brandiferri: “Questa iniziativa sancisce una bella collaborazione fra la Commissione, le associazioni, la scuola, gli organismi deputati alla prevenzione e alla sicurezza – ha affermato – credo che sulle nuove generazioni si possa lavorare molto e bene perché con loro possiamo cambiare pagina. Il nostro impegno sarà quello di non dimenticare, di continuare a parlarne, di fare in modo che ogni giorno sia il 25 novembre”.

Fra gli interevnti anche quelli della vicesindaco del Comune di Teramo, Mirella Marchese e della Consigliera di parità, Anna Pompili: quest'ultima ha ricordato che grazie ad una convenzione con il Tribunale di Teramo (in Italia ce ne sono solo due) l'Ufficio della consigliera interviene d'ufficio - come parte offesa - nei processi che implicano forme di discriminazioni di genere.

 

Teramo 25 novembre 2015

 

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