Prende avvio il primo sondaggio europeo sui rifiuti marini nell’ambito del progetto 7PQ "MARLISCO"
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- ultima modifica 09/04/2013 08:20
I Ricercatori del progetto “MARLISCO - MARine Litter in European Seas:
- Social AwarenesS and CO-Responsibility”, coordinato dalla Provincia di Teramo e con partners provenienti da Regno Unito, Irlanda, Francia, Olanda, Germania, Belgio, Portogallo, Italia, Grecia, Cipro, Turchia, Danimarca, Romania, Slovenia, Bulgaria e Spagna, hanno lanciato di recente un sondaggio che interessa tutta l’Europa ed il cui scopo è comprendere quale sia, a livello europeo, la coscienza collettiva dei rifiuti marini, ovvero di quei materiali solidi persistenti, lavorati o trasformati che vengono scartati, eliminati o abbandonati sulla costa e in mare.
Il sondaggio, condotto dal Professor Richard Thompson del Centro di Biologia Marina e Ricerca Ecologica dall’Università di Plymouth, in collaborazione con Sabine Pahl e Bonny Hartley della Università di Psicologia, valuterà qual sia la consapevolezza che la società europea ha nei confronti dell’impatto ambientale dei rifiuti marini e delle potenziali soluzioni a questo crescente problema, che differisce fra i diversi Paesi europei e fra coloro che producono, vendono, utilizzano o smaltiscono quei numerosi prodotti che hanno la caratteristica di divenire potenziali rifiuti marini.
Il Professor Thompson afferma: “Sappiamo che I rifiuti marini danneggiano una grande parte degli organismi marini viventi, comprese molte specie commercialmente importanti, gran parte delle quali è a grave rischio di estinzione. I rifiuti sono un pericolo per i marinai ed è eccezionalmente costoso rimuoverli. Tuttavia, per molti degli oggetti che ritroviamo comunemente tra i detriti marini, come gli imballaggi, non si comprendono le ragioni del loro accumulo in mare. Questo sondaggio fornisce un’emozionante opportunità per aiutare a comprendere le cause di questo notevole problema ambientale e ad identificarne le potenziali soluzioni.’’
Scopo del sondaggio è, dunque, da un lato comprendere l’opinione che la società nel suo insieme ha di questo specifico tema ambientale, dall’altro rilevare le diverse tipologie di rifiuti marini, la loro provenienza e le conseguenti responsabilità.
Bonny Hartley afferma: “I rifiuti marini non riguardano solo l’ambiente. Essi rappresentano anche un tema sociale nel quale le persone (e le relative organizzazioni) giocano un ruolo cruciale attraverso le proprie decisioni e i propri comportamenti. I rifiuti marini sono il risultato delle cattive abitudini dei fruitori delle spiagge, dei consumatori, dei rivenditori e dei produttori ed una soluzione può essere trovata solo lavorando insieme. Comprendere atteggiamenti e percezioni del problema a livello europeo rappresenta un passo fondamentale nello sviluppo di soluzioni praticabili e accettate dalla società.”
La Provincia di Teramo, Lead del progetto MARLISCO, ha incaricato il dott. Luigi Nicola Alcaro, membro del Technical Subgroup on Marine Litter supporting European Commission on D10 of MSFD e ricercatore presso l’ISPRA (Istituto Superore per la Protezione e la Ricerca Ambientale), di supervisionare la versione italiana della ricerca sui rifiuti marini.
Afferma Luigi Nicola Alcaro: “Le conseguenze ambientali determinate dalle ingenti e crescenti quantità di rifiuti marini, presenti ormai in tutti i mari del mondo, sono scientificamente accertate. Esemplari di specie marine muoiono perché rimangono intrappolate nelle cosiddette “reti fantasma”, attrezzi da pesca abbandonati o persi, che continuano per lunghi periodi a funzionare come strumenti di morte. Si calcola che circa il 60% delle tartarughe marine rinvenute lungo le coste del Mediterraneo contiene nel loro tratto digerente rifiuti solidi (ami, frammenti di plastica, ecc.) che spesso sono la causa del decesso. Le soluzioni del problema sono semplici ma bisogna realizzarli con estrema urgenza: raccolta dei rifiuti già immessi nell’ambiente marino; riduzione della loro immissione. Questo può avvenire anche e soprattutto modificando il comportamento dei soggetti interessati (consumatori, produttori, turisti, pescatori, ecc.) e il progetto MARLISCO può avere in ambito europeo un ruolo cruciale su questo aspetto”.
Il sondaggio metterà a confronto il punto di vista di persone appartenenti a 16 Paesi, dal Nord Est dell’Atlantico alle regioni del Mediterraneo, del Baltico e del Mar Nero. Individuerà diversi settori della società, compresi utenti commerciali e ricreativi della costa e del mare, gruppi ambientalisti, educatori, politici e amministratori, mezzi di comunicazione, settori che si occupano di gestione dei rifiuti, produttori e rivenditori di articoli che possono potenzialmente diventare rifiuti marini.
Il progetto MARLISCO, nell’ambito del quale è sviluppato il sondaggio, è di durata triennale e con un finanziamento di 4.2 milioni di euro. Il suo obiettivo più ampio è quello di risvegliare la coscienza sociale sul problema e sulle potenziali soluzioni connesse all’accumulo di rifiuti marini, al fine di ispirare un cambiamento negli atteggiamenti e nei comportamenti verso questo tema ambientale.
Per compilare il sondaggio sono necessari 15 minuti di tempo e tutte le informazioni sono anonime e riservate. Per partecipare, basta cliccare sul link https://www.psy.plymouth.ac.uk/MARLISCO e sulla lingua di riferimento.