Risultati del sondaggio MARLISCO sulla percezione dei rifiuti marini.
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- ultima modifica 10/01/2014 10:20
La valutazione di partenza, elaborata sulla base dei risultati del sondaggio MARLISCO “Percezione dei rifiuti marini”, fornisce una descrizione sintetica della consapevolezza sociale e delle tendenze di una serie di categorie di stakeholders (portatori d’interesse) rispetto alla percezione dei rifiuti marini in tutta Europa. Tale valutazione esamina le percezioni degli individui riguardo la quantità, l'ubicazione, le cause e le conseguenze dei rifiuti marini, prendendo in esame anche la percezione del rischio, la responsabilità, e le intenzioni da parte dei portatori d’interesse per impegnarsi nella ricerca di possibili soluzioni. Una successiva valutazione delle percezioni degli stakeholders sarà condotta l'ultimo anno del progetto e prenderà in esame tutta la sua durata (tre anni).
Domande a cui gli stakeholders sono stati invitati a rispondere:
- Quali sono le attitudini degli europei rispetto ai rifiuti marini e come questi ultimi vengono percepiti?
- Tali percezioni variano in base al tipo di stakeholders e ai settori?
- Tali percezioni cambiano rispetto ai Paesi coinvolti?
Risultati principali:
Il sondaggio è stato compilato in tutta Europa da una serie di gruppi specifici di stakeholders ed è stato raggiunto un totale di 3.748 risposte.
In generale, la maggior parte degli intervistati ha dichiarato di notare in più occasioni o addirittura sempre la presenza di rifiuti durante le visite sulla costa. Inoltre, è emersa una generale preoccupazione per l’abbondanza di rifiuti nell’ambiente marino che viene percepito come un grande valore per la società. Secondo l’opinione della maggioranza degli intervistati, i rifiuti sono presenti in tutte le sedi dell’ambiente marino ma sono diffusi con maggiore insistenza nei pressi di aree urbane e sulle spiagge e in quantità minori nei mari polari. Dal sondaggio è emerso anche come i rifiuti marini siano percepiti come un grave pericolo per il loro impatto negativo sull’ambiente.
Percezione sulla percentuale di rifiuti marini che si compone di plastica per gruppo di stakeholder.
Dalle risposte degli stakeholders a cui il sondaggio è stato proposto, è emerso che la plastica rappresenta il 45% dei rifiuti marini. Ciò dimostra che c’è una sottostima generale di questo aspetto in riferimento ai dati forniti dalla letteratura sull’argomento. Inoltre, anche se tutti i gruppi interessati hanno sottovalutato la percentuale di rifiuti marini che si compone di plastica, le organizzazioni ambientaliste e del settore costiero e marino hanno riportato la più alta percentuale di plastica rispetto agli altri portatori d’interesse, in particolare quelli dei settori del commercio al dettaglio e di progettazione e produzione che hanno riportato la percentuale più bassa di rifiuti di plastica.
Allo stesso modo, tutti i paesi hanno sottovalutato la percentuale plastica dei rifiuti marini, in particolare i portatori d’interesse di Cipro, Danimarca, Romania, Italia, Portogallo e Turchia che hanno riportato la percentuale più bassa di rifiuti plastici.
Gli stakeholders di Regno Unito, Germania e Slovenia, invece, hanno riportato la percentuale più alta di plastica tra i rifiuti marini. Inoltre, le organizzazioni ambientaliste insieme con i portatori d’interesse di Grecia, Portogallo e Slovenia hanno dichiarato con le loro risposte di essere in grado di poter “probabilmente” attivarsi nella ricerca di soluzioni che riducano il problema.
Sopra una rappresentazione grafica della percezione sulla percentuale di rifiuti marini che si compone di plastica per gruppo di stakeholder. La linea di riferimento al 75% indica la percentuale 'effettiva' di plastica che viene comunemente riportata in letteratura.
Percezioni riguardo chi è responsabile, competente e motivato rispetto al problema dei rifiuti marini.
La maggior parte degli intervistati ha ritenuto, inoltre, che il governo, l’industria, gli utenti commerciali e il pubblico in generale siano tutti responsabili nella produzione dei rifiuti marini ma che siano poco consapevoli dei rischi che questi comportano e ancor meno motivati ad agire concretamente per ridurne la quantità. Al contrario essi hanno ritenuto che i ricercatori indipendenti e le organizzazioni ambientaliste siano meno responsabili e più competenti e motivati. Gli stessi intervistati si sono dichiarati volenterosi e capaci di adottare diverse azioni mirate a ridurre i rifiuti marini.
Nonostante l’eterogeneità e la diversa provenienza geografica molti stakeholders hanno condiviso le stesse opinioni rispetto al problema dei rifiuti marini. Ad esempio, è stata riscontrata una certa similarità di considerazioni tra i vari gruppi per quanto riguarda il modo in cui i rifiuti sono immessi in mare, in che quantità e la gravità del loro impatto sull’intero ambiente marino. Sono, tuttavia, emerse anche alcune divergenze di percezione tra i vari gruppi. Ad esempio, le organizzazioni ambientaliste sono risultate le più allarmate sul tema, mentre coloro che lavorano nella progettazione, produzione e vendita al dettaglio di prodotti hanno dichiarato di essere leggermente meno colpiti dal problema rispetto ad altri stakeholders.
Allo stesso modo, gli intervistati provenienti da Portogallo, Slovenia, Regno Unito, Germania e Grecia sono risultati più spaventati per il problema dei rifiuti marini rispetto ad altri paesi, in particolare la Romania, i Paesi Bassi, Cipro e Danimarca che hanno riferito di essere meno allarmati.
Nel grafico una schematizzazione dell’andamento delle percezioni riguardo chi è responsabile, competente e motivato rispetto al problema dei rifiuti marini.
MARLISCO è un progetto del 7°PQ finanziato dalla Commissione Europea. Le idee e le opinioni espresse in questa pubblicazione sono di responsabilità esclusiva dell’autore e non riflettono necessariamente il punto di vista della Commissione Europea.