I costi effettivi delle Province: i risultati integrali dello studio Bocconi
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- ultima modifica 22/11/2011 17:06
La ricerca, dopo le anticipazioni presso la sede della Provincia di Milano, è stata presentata integralmente nel corso dell'Assemblea generale UPI a Roma. Il presidente Catarra sulla proposta di soppressione delle Province nella manovra Monti: "Un inutile danno alla democrazia che crea caos e non risolve il problema dei costi della politica"
Presentati ieri a Roma, all'assemblea generale UPI, i dati completi dello studio Bocconi sui costi delle Province.
Una lettura in sintesi.
In conclusione, la ricerca evidenzia che le Province svolgono funzioni essenziali, che in caso di loro soppressione andrebbero trasferite ad altri, a fronte di un risparmio (i cosiddetti costi della rappresentanza democratica) di solo l'1,4%, pari a circa 122 milioni di euro l'anno, rispetto alla spesa pubblica complessiva del Paese.
Cinque le funzioni che assorbono la maggior parte della spesa (cosiddette funzioni "core", fondamentali); due di esse in particolare, gestione del territorio e istruzione pubblica, richiedono ciascuna una spesa di oltre di due miliardi di euro. Trasporti e sostegno allo sviluppo economico assorbono tra 1 e 1,5 miliardi di euro; la tutela ambientale, infine, comporta una spesa intorno agli 800 milioni di euro. Le funzioni relative a sociale, cultura, turismo e sport, incidono per circa 850 milioni di euro; la funzione di amministrazione, gestione e controllo oltre 3 miliardi di euro (il 26% del totale). Tutti questi costi, quindi, riguardano funzioni essenziali, che dovranno comunque essere espletate.
Abolizione delle Province nella manovra Monti, il presidente Catarra: "Un inutile danno alla democrazia: aumenteranno i costi e per i servizi sarà caos".
Catarra interviene sulla proposta di "smantellamento" delle Province prevista dalla manovra del governo Monti, che, nelle modalità e nei tempi proposti, presenterebbe dei profili di incostituzionalità e di contrasto con gli stessi principi democratici, oltre a comportare forti diseconomie e difficoltà di attuazione. "E' un danno per la democrazia - dichiara il Presidente -, per l'economia e per i cittadini". Secondo Catarra, la soppressione delle Province nel giro di appena quattro mesi, entro l'aprile del prossimo anno, è una "misura tanto demagogica da essere degna del peggior governo politico". Catarra ricorda che il risparmio derivante dallo scioglimento delle giunte provinciali sarebbe irrisorio e non andrebbe minimamente a scalfire i cosiddetti "costi della politica", come confermato dai dati dello studio realizzato dall'Università Bocconi; la drastica variazione di scenario comporterebbe anzi nell'immediato gravi disagi nei servizi e un aggravio dei costi dovuti alla riorganizzazione di compiti e funzioni svolte dalle Province. "Se togliessero 500 tra deputati e senatori - chiosa Catarra - il risparmio sarebbe molto più sostanzioso. La Provincia non è un ente inutile, di cui si può fare tranquillamente a meno; voglio vedere come verranno gestiti servizi come Genio civile, ciclo dei rifiuti o delle acque, sarà il caos totale". Inoltre, forti perplessità espressa dal Presidente sulla possibilità di dar corso al provvedimento nei tempi annunciati, con contestuale assorbimento delle funzioni delle Province da parte delle Regioni in appena quattro mesi, e la costituzione di un consiglio provinciale formato da dieci componenti, che eleggono il presidente, e indicati a loro volta dai sindaci. "Si tratta di una sorta di Unione dei Comuni - prosegue Catarra - che danneggia la rappresentatività dei territori e dei diritti dei cittadini".
In allegato la stessa presentazione in formato pdf.