La provincia di ieri.....
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- ultima modifica 25/10/2006 20:40
L' attuale sede dell'Amministrazione Provinciale di Teramo è un palazzo la cui costruzione risale agli ultimi anni del XIX secolo.
Prima di trasferirsi in questo edificio, la Provincia non ha avuto sedi degne di rilievo storico.
Il Consiglio Provinciale, nella seduta del 9 maggio 1885, deliberò la costruzione di una Scuola Normale Femminile, con annesso Convitto, sull'area ove oggi l'amministrazione Provinciale ha i suoi uffici.
Il progetto dell'edificio venne affidato all'Ufficio Tecnico Provinciale, all'epoca diretto dall'Ing. Gaetano Crugnola.
La superficie dell'area di complessivi mq. 2.823 veniva occupata per mq. 1.364 dal fabbricato e da un cortile interno, mentre la superficie residua veniva destinata ad uso di giardino ed una parte riservata ad orto, modello per l'insegnamento delle pratiche agrarie.
Nel luglio del 1888 l' intera opera fu condotta a termine e, prima dell'insediamento della scuola, l'edificio ospitò una Mostra Operaia Provinciale.
Nell' ottobre successivo la Scuola Normale Femminile fu inaugurata ed intitolata alla poetessa teramana Giannina Milli.
Circa undici anni dopo, precisamente il 26 settembre 1899, il Consiglio Provinciale deliberò la soppressione del Convitto annesso alla scuola e il trasferimento di quest'ultima in altra sede. Il 2 maggio del 1900, l'Ufficio Tecnico Provinciale, sempre diretto dall' Ing. Crugnola, elaborò un progetto di adattamento dell'edificio ad uffici dell' Amministrazione Provinciale. Il 28 gennaio dell'anno 1901 i lavori furono appaltati e da quell'anno la Provincia di Teramo occupa la medesima sede.
Durante il periodo delle due guerre l'edificio non ebbe a subire danni ed ha conservato il primitivo carattere fino al 1955, cioè fino a quando gli aumentati servizi provinciali e l'accresciuto numero del personale indusse il Consiglio Provinciale a deliberare la sopra-elevazione dell'edificio di un piano. Il progetto fu redatto sempre dall'Ufficio Tecnico, sotto la direzione dell'Ing. Giovanni Ricci, chepose ogni cura per non alterare le primitive caratteristiche architettoniche della costruzione, compatibilmente con le nuove esigenze di funzionalità cui l'edificio doveva soddisfare. Le caratteristiche costruttive ed architettoniche sono quelle peculiari degli edifici pubblici eretti a cavallo dei secoli XIX e XX.
Nello spirito creativo del Crugnola vive il concetto di svolgere il tema dell'edificio pubblico secondo le linee longitudinali delle forme e dei volumi, in dignità, austerità e rigore degli ordini architettonici. L'edificio ha la pianta a forma di una C, e il corpo principale ha la facciata sulla via G. Milli. 11 pericolo della monotonia dell'eccessiva estensione del frontespizio è abilmente evitato mediante lo spostamento lieve in avanti di un corpo centrale. Così la facciata risulta tripartita in quest'ultima parte, avanzata al centro, e nei due corpi laterali, i quali si sviluppano all'indietro per una maggiore lunghezza, rispetto al volume centrale, dando origine ad un ampio cortile aperto nella parte posteriore.
In entrambi i lati dell'edificio due giardini, recintati da massiccio colonnato e inferriate, accrescono il decoro della costruzione con la nota di verde di una ricca vegetazione di magnolie e cedri giganteschi.
La caratteristica architettonica della facciata, degna di nota, risiede nella parte centrale che, al piano rialzato è rappresentata da un intercolunnio semplice di doppi semipilastri dell'Ordine Toscano, nel cui centro si apre il rande portone d'ingresso. Al primo piano l'intercolonnio è ripetuto, questa volta sormontato da archi e collegato alla base da una balconata in pietra lavorata.
A differenza della parte inferiore, i semipilastri terminano in sommità con capitelli dell'Ordine Corinzio. Nelle parti laterali dell'arco centrale due bassorilievi figurati arricchiscono gli effetti decorativi del contesto architettonico.
La trabeazione corinzia esistente prima della sopraelevazione è stata riprodotta alla sommità dell'edificio.
Degli interni vale la pena di sottolineare le caratteristiche dell'ingresso e della larga gradinata, assai luminosa per le ampie vetrate che si aprono ad occidente verso la stupenda visione del massiccio del Gran Sasso d'Italia.
Le pavimentazioni sono in marmo; al piano rialzato l'atrio è a due livelli leggermente sfalzati, due ordini di colonne lisce rastremate, simmetricamente disposte, sorreggono gli architravi del soffitto. Piedistallo a base attica appartengono all'Ordine Jonico, mentre i capitelli a quello Corinzio.
Ampi corridoi con alte volte a crociera disimpegnano gli uffici del piano rialzato. Al piano superiore, sede degli uffici di rappresentanza, delle sale del Consiglio e della Giunta, un vasto atrio disimpegna i locali. Anche qui fanno spicco colonne simili a quelle del piano inferiore, con l'unica differenza che il piedistallo è "romano" con zoccolo, dado alto e cimasa. Tra le colonne, una balaustra di ferro ed ottone lavorata, realizza la protezione sul vuoto della gradinata.
(da un articolo di Mario D'Amico "Mondo Edile" - 1989)