Conferenza - Il riuso sociale dei beni confiscati alle mafie: un’opportunità di sviluppo dei territori.
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- ultima modifica 14/11/2016 09:40
INVITO ALLA CONFERENZA che il Dott. Lucio Guarino terrà sul tema: “Il riuso sociale dei beni confi-scati alle mafie: un’opportunità di sviluppo del territorio” ore 18,30. Siete invitati ad intervenire
Data |
https://old.provincia.teramo.it/eventi/conferenza-il-riuso-sociale-dei-beni-confiscati-alle-mafie-un2019opportunita-di-sviluppo-dei-territori
Conferenza - Il riuso sociale dei beni confiscati alle mafie: un’opportunità di sviluppo dei territori.
(Europe/Rome / UTC100)
23/11/2016 da 18:30 to 21:00
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Dove | Sala Conferenze Hotel Abruzzi - Viale Mazzini, 18 - Teramo |
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Conferenza del Direttore Generale del Consorzio Sviluppo e Legalità Lucio Guarino
La legge n. 109 del 7 marzo 1996 venne approvata in sede deliberante dalla Commissione Giustizia, in tempi da record e a legislatura finita. E’ stato il primo duro colpo inferto alla criminalità mafiosa che veniva colpita in quel che più la gratificava e le dava visibilità: “la roba”. E’ così iniziata una battaglia per recuperare al consorzio civile e alla legalità enormi patrimoni raccolti con i crimini commessi da boss e gregari e per utilizzarli nel modo migliore per la collettività. Non è stato, e non è, semplice rimettere in circolazione i beni confiscati e soprattutto utilizzarli correttamente e proficuamente. La gestione di questi beni diventa una sorta di moderno "contrappasso", per contrastare le attività della criminalità organizzata e diffondere quella cultura della legalità che si pone come il principale anticorpo alle mafie. Cosa viene confiscato? A cosa vengono destinati? * beni mobili: denaro contante e assegni, liquidità e titoli, crediti personali (cambiali, libretti al portatore, altre obbligazioni), oppure autoveicoli, natanti e beni mobili non facenti parte di patrimoni aziendali. Di norma, le somme di denaro confiscate o quelle ricavate dalla vendita di altri beni mobili sono finalizzate alla gestione attiva di altri beni confiscati. I mezzi possono essere affidati alle Forze di Polizia per i servizi istituzionali. * beni immobili: appartamenti, ville, terreni edificabili o agricoli. Hanno un alto valore simbolico, perché rappresentano in modo concreto il potere che il boss può esercitare sul territorio che lo circonda, e sono spesso i luoghi prescelti per gli incontri tra le diverse famiglie mafiose. Lo Stato può decidere di utilizzarli per "finalità di giustizia, di ordine pubblico e di protezione civile" come recita la normativa, ovvero trasferirli al patrimonio del comune nel quale insistono. L'ente locale potrà poi amministrarli direttamente o assegnarli a titolo gratuito ad associazioni, comunità e organizzazioni di volontariato. Un caso particolare è rappresentato da quei luoghi confiscati per il reato di agevolazione dell'uso di sostanze stupefacenti: il bene sarà assegnato preferibilmente ad associazioni e centri di recupero per persone tossicodipendenti. * beni aziendali: fonti principali di riciclaggio del denaro proveniente da affari illeciti. I sequestri e le confische coprono una vasta gamma di settori di investimento: industrie attive nel settore edilizio; aziende agroalimentari (come l'immenso allevamento bufalino con annesso caseificio sequestrato e confiscato alla camorra nella zona di Castel Volturno); ristoranti e pizzerie praticamente ovunque, dalla Calabria fino a Lecco, e noti locali della vita notturna come lo storico Cafè de Paris, punto nevralgico della Dolce Vita romana, finito nelle mani di un prestanome della 'ndrangheta calabrese; interi centri commerciali, sorti dal nulla come cattedrali nel deserto.
Lions Club Teramo
L’utilizzo sociale di beni confiscati è il modo migliore per valorizzare la “roba” recuperata alla società civile. Si è passati dalle prime sperimentazioni dell’inizio del secolo in Sicilia e in Campania alla attuale consolidata prassi di dare evidenza all’efficace contrasto posto in essere dallo Stato con un impiego sociale, ma anche produttivo, delle risorse acquisite al patrimonio dello Stato. Ne sono esempio il Consorzio Sviluppo e Legalità (Sicilia), il Caseificio della Legalità (Campania), le case protette per le donne oggetto di violenza e tante altri modi di utilizzare costruzioni, aziende, terreni. Ce ne parlerà il Dr. Lucio Guarino, sicuramente tra i più esperti nel settore, Direttore Generale e Segretario del Consorzio Sviluppo e Legalità, la prima esperienza di riutilizzo per fini sociali di beni confiscati ed affidati a Comuni del palermitano. Sarà anche l’occasione per ragionare sull’impiego dei beni (pochi) confiscati esistenti nella nostra provincia.
Michele CapomacchiaConferenza del Direttore Generale del Consorzio Sviluppo e Legalità Lucio Guarino
La legge n. 109 del 7 marzo 1996 venne approvata in sede deliberante dalla Commissione Giustizia, in tempi da record e a legislatura finita. E’ stato il primo duro colpo inferto alla criminalità mafiosa che veniva colpita in quel che più la gratificava e le dava visibilità: “la roba”. E’ così iniziata una battaglia per recuperare al consorzio civile e alla legalità enormi patrimoni raccolti con i crimini commessi da boss e gregari e per utilizzarli nel modo migliore per la collettività. Non è stato, e non è, semplice rimettere in circolazione i beni confiscati e soprattutto utilizzarli correttamente e proficuamente. La gestione di questi beni diventa una sorta di moderno "contrappasso", per contrastare le attività della criminalità organizzata e diffondere quella cultura della legalità che si pone come il principale anticorpo alle mafie. Cosa viene confiscato? A cosa vengono destinati? * beni mobili: denaro contante e assegni, liquidità e titoli, crediti personali (cambiali, libretti al portatore, altre obbligazioni), oppure autoveicoli, natanti e beni mobili non facenti parte di patrimoni aziendali. Di norma, le somme di denaro confiscate o quelle ricavate dalla vendita di altri beni mobili sono finalizzate alla gestione attiva di altri beni confiscati. I mezzi possono essere affidati alle Forze di Polizia per i servizi istituzionali. * beni immobili: appartamenti, ville, terreni edificabili o agricoli. Hanno un alto valore simbolico, perché rappresentano in modo concreto il potere che il boss può esercitare sul territorio che lo circonda, e sono spesso i luoghi prescelti per gli incontri tra le diverse famiglie mafiose. Lo Stato può decidere di utilizzarli per "finalità di giustizia, di ordine pubblico e di protezione civile" come recita la normativa, ovvero trasferirli al patrimonio del comune nel quale insistono. L'ente locale potrà poi amministrarli direttamente o assegnarli a titolo gratuito ad associazioni, comunità e organizzazioni di volontariato. Un caso particolare è rappresentato da quei luoghi confiscati per il reato di agevolazione dell'uso di sostanze stupefacenti: il bene sarà assegnato preferibilmente ad associazioni e centri di recupero per persone tossicodipendenti. * beni aziendali: fonti principali di riciclaggio del denaro proveniente da affari illeciti. I sequestri e le confische coprono una vasta gamma di settori di investimento: industrie attive nel settore edilizio; aziende agroalimentari (come l'immenso allevamento bufalino con annesso caseificio sequestrato e confiscato alla camorra nella zona di Castel Volturno); ristoranti e pizzerie praticamente ovunque, dalla Calabria fino a Lecco, e noti locali della vita notturna come lo storico Cafè de Paris, punto nevralgico della Dolce Vita romana, finito nelle mani di un prestanome della 'ndrangheta calabrese; interi centri commerciali, sorti dal nulla come cattedrali nel deserto.
Lions Club Teramo
L’utilizzo sociale di beni confiscati è il modo migliore per valorizzare la “roba” recuperata alla società civile. Si è passati dalle prime sperimentazioni dell’inizio del secolo in Sicilia e in Campania alla attuale consolidata prassi di dare evidenza all’efficace contrasto posto in essere dallo Stato con un impiego sociale, ma anche produttivo, delle risorse acquisite al patrimonio dello Stato. Ne sono esempio il Consorzio Sviluppo e Legalità (Sicilia), il Caseificio della Legalità (Campania), le case protette per le donne oggetto di violenza e tante altri modi di utilizzare costruzioni, aziende, terreni. Ce ne parlerà il Dr. Lucio Guarino, sicuramente tra i più esperti nel settore, Direttore Generale e Segretario del Consorzio Sviluppo e Legalità, la prima esperienza di riutilizzo per fini sociali di beni confiscati ed affidati a Comuni del palermitano. Sarà anche l’occasione per ragionare sull’impiego dei beni (pochi) confiscati esistenti nella nostra provincia.
Michele Capomacchia
Lucio Guarino
Nato a Palermo il 22.5.1969, coniugato con due figli.
Laureato nel 1993 in Giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Palermo con la votazione di 110/110 e lode, ha conseguito nel 1998 l’abilitazione all’esercizio della professione di Avvocato.
Dirigente pubblico dal 1996 è stato impegnato come Segretario Generale in diversi Comuni siciliani dove ha svolto principalmente attraverso l’elaborazione e la successiva introduzione di procedure e sistemi innovativi, una intensa attività finalizzata a prevenire o reprimere ogni possibile tentativo di infiltrazione da parte della malavita organizzata nell’attività delle Amministrazioni pubbliche.
Attualmente è Segretario Generale del Comune di Villabate (PA) e del Comune di Corleone (PA) su nomina della Commissione prefettizia che attualmente regge la Municipalità i cui organi elettivi sono stati sciolti per infiltrazioni mafiose.
Dal Settembre 2010 al Novembre 2014 ha prestato servizio in comando presso la Regione Siciliana prima come Dirigente dell’Assessorato dell’Economia poi come Vice Capo di Gabinetto dell’Assessore regionale dell’Energia e dei Servizi di pubblica utilità infine come Capo della Segreteria tecnica dell'Assessore regionale alla Formazione e all'Istruzione.
Ricopre, dal Maggio 2000, la carica di Direttore Generale e Segretario del Consorzio di Comuni “Sviluppo e Legalità”, costituito, su iniziativa della Prefettura di Palermo, tra i Comuni di Monreale, Corleone, San Giuseppe Iato, Piana degli Albanesi, San Cipirello, Altofonte, Roccamena e Camporeale modello sperimentale sul territorio nazionale di gestione collettiva per finalità sociali dei beni confiscati alle organizzazioni criminali.
L’iniziativa è divenuta, per la sua efficacia e capacità organizzativa, “Progetto pilota” del Ministero dell’Interno-Dipartimento della Pubblica Sicurezza - gestore dei fondi comunitari del Programma Operativo Nazionale “Sicurezza per lo sviluppo del Mezzogiorno d’Italia”, e forma ancora oggi, per la sua originalità e per i risultati conseguiti, in termini sociali e occupazionali, oggetto di analisi e studio anche da parte di diversi paesi europei ed extra europei.
Ha ricoperto dall’Aprile del 2010 all'Aprile 2015, con nomina da parte del Prefetto di Catania, il ruolo di Presidente del CDA del Consorzio Etneo per la Legalità e lo Sviluppo costituito, su iniziativa della Prefettura di Catania, tra la Provincia regionale di Catania, il Comune di Catania e altri 17 Comuni etnei per gestire imprenditorialmente per finalità sociali, i beni confiscati alla criminalità organizzata;
Dal Settembre 2002 al Dicembre 2006, è stato consulente giuridico e referente, per l’Italia Meridionale del Ministero dell’Interno-Dipartimento della Pubblica Sicurezza, gestore del Programma Operativo Nazionale- Sicurezza per lo sviluppo del Mezzogiorno d’Italia- 2000-2006.
Lions Club Teramo
Ha concorso con la sua attività alla creazione di altre forme associative pubbliche per la gestione dei patrimoni confiscati alle mafie oltre che in Sicilia, anche in Campania, in Puglia e in Calabria.
E' stato consulente del Commissario dello Stato per la Regione Sicilia per l’ammodernamento della Pubblica amministrazione in Sicilia.
Ha prestato anche attività presso Enti locali con organi elettivi sciolti per infiltrazioni mafiose.
In particolare, dal Marzo 2006 al Luglio 2008, è stato sovraordinato dal Prefetto di Palermo presso il Comune di Torretta (PA) per coordinare, dapprima, le procedure in materia di destinazione dei beni oggetto di confisca e successivamente per gestire l’Area Amministrativa dell’Ente.
Per l’attività svolta ha ricevuto attestazione di lodevole servizio da parte della Commissione prefettizia che ha gestito la Municipalità di Torretta (PA) in seguito allo scioglimento degli organi elettivi per infiltrazioni mafiose.
Dal Settembre 2007 al Novembre 2007 è stato consulente della Commissione Prefettizia, nominata ai sensi dell’art. 143 del D.Lgs. 267/2000 per la gestione del Comune di Castellammare del Golfo (TP), con organi elettivi sciolti per infiltrazioni mafiose, per la pianificazione strategica, programmazione ed organizzazione delle risorse umane e strumentali e per la gestione dei beni confiscati alla criminalità organizzata facenti parte del patrimonio dell’Ente;
Nel Novembre 2007 è stato nominato dalla stessa Commissione Prefettizia Direttore Generale del Comune di Castellammare del Golfo (TP).
Per l’attività svolta ha ricevuto attestazione di lodevole servizio da parte Commissione prefettizia che ha gestito la Municipalità di Castellammare del Golfo (TP) in seguito allo scioglimento degli organi elettivi per infiltrazioni mafiose.
Gli sono state inoltre affidate consulenze giuridico da diverse Pubbliche Amministrazioni;
E' autore di pubblicazioni in riviste specialistiche in materia di lavori pubblici e misure di prevenzione di carattere patrimoniale nonché docente, nelle stesse materie, anche per conto del Ministero dell’Interno e dell'ANCI, in corsi rivolti a funzionari della P.A.
E' stato più volte relatore in convegni in territorio nazionale e all’estero in materia di rifiuti e misure di prevenzione di carattere patrimoniale e per rappresentare l’esperienza innovativa di gestione per finalità sociali dei beni confiscati alla mafia che si sta realizzando in Sicilia.
Per l’attività svolta è stato nominato dal Presidente della Repubblica nel 2011 Cavaliere della Repubblica.