BIBLIOTECA DELFICO DI TERAMO, IL NUOVO LIBRO DI RENATA RONCHI SULLO SCULTORE PASQUALE MORGANTI
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- pubblicato 18/04/2018 11:26
LUNEDI 23 APRILE, ALLA BIBLIOTECA DELFICO DI TERAMO, IL NUOVO LIBRO DI RENATA RONCHI SULLO SCULTORE PASQUALE MORGANTI Esce il nuovo libro di Renata Ronchi dedicato allo scultore Pasquale Morganti (1861-1940), conosciuto a Teramo soprattutto per la sua Fontana dei Leoni, a ridosso del loggiato del Palazzo del Municipio.
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BIBLIOTECA DELFICO DI TERAMO, IL NUOVO LIBRO DI RENATA RONCHI SULLO SCULTORE PASQUALE MORGANTI
(Europe/Rome / UTC200)
23/04/2018 da 17:00 to 19:00
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Dove | Biblioteca Delfico - Teramo |
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Il bel volume, quarto titolo della collana “Arte” della casa editrice Ricerche&Redazioni, sarà presentato alla Biblioteca Dèlfico di Teramo lunedì 23 aprile alle ore 17. Con noi, insieme all’autrice Renata Ronchi, la giornalista Anna Fusaro e la storica dell’arte Paola Di Felice dell’Università San Raffaele Roma. In elegante veste editoriale, il volume presenta due contributi introduttivi a firma di Paola Di Felice e Carla Tarquini e si caratterizza per la grande cura della ricerca documentaria e archivistica della prof.ssa Ronchi: nasce infatti da una ricerca lunga e complessa, passata attraverso lo spoglio sistematico di fonti archivistiche e a stampa, soprattutto giornalistiche, che ha portato alla redazione di un primo importante inventario delle opere esistenti e al concreto riscontro di molte di esse, risultato prezioso in chiave di conoscenza e di tutela del patrimonio artistico locale. Cosi Paola Di Felice nel suo contributo critico in apertura del volume: «Come uscita miracolosamente da un cilindro, ecco la seconda pubblicazione di Renata Ronchi su un altro artista teramano, lo scultore Pasquale Morganti. Ancora una vicenda di vita, una storia di pratica artistica, un racconto di esperienze narrate attraverso l’attenta e puntigliosa analisi delle fonti, delle brevi ma a volte imprescindibili annotazioni, magari tratte da oscuri e poco conosciuti giornali del tempo che pure sono servite alla nostra amica a ricostruire vicende e a dare concretezza a mere supposizioni. Così ancora una volta i riflettori sono puntati su un artista poco noto ma quel lungo cono d’ombra che ha avvolto tanti dei nostri pittori, scultori, musicisti e che, per taluni versi, continua ad avvolgerli, va diradandosi, per lasciare spazio a scie luminose, nebulose luminescenti dietro le quali emergono le voci narranti di grandi e piccoli artisti che hanno costituito l’humus culturale della nostra terra. Una terra che si scopre sempre più, al di là di pericolose dimenticanze e inquietanti oblii, ricca di fermenti culturali e estro inventivo a dispetto di un immaginario collettivo, cui la poetica dannunziana non è affatto estranea, che volle l’Abruzzo terra incantata e lontana da sollecitazioni intellettuali, ricca di pastori zufolai e di amanti appassionati». Da un ritaglio di stampa dell'epoca: “Il Morganti in questi giorni ha terminato un busto in creta che poi si riprodurrà in bronzo… nel suo studio siamo rimasti veramente colpiti dalla bellezza del lavoro che può dirsi una vera opera d’arte. Ed insieme all’ammirazione pensammo malinconicamente che avevamo una nuova prova della valentia che è nascosta nei figli del nostro Abruzzo, valentissimi ed oscuri sempre, ed al progresso che da noi farebbero le arti belle se ricevessero incoraggiamenti.” Un nuovo lavoro di Pasquale Morganti, in «Corriere Abruzzese», 18 giugno 1905