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Abbecedario del Buon Terrestre

creato da Redazione web
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pubblicato 09/12/2015 11:31

Teramo - Centro Kairòs Via San Berardodomenica 13 dicembre 2015 ore 17.00

Data
https://old.provincia.teramo.it/eventi/abbecedario-del-buon-terrestre Abbecedario del Buon Terrestre
13/12/2015
da 17:00 to 20:00
(Europe/Rome / UTC100)
Dove Teramo
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Un giorno sognai che una tempesta di meteoriti creò un po’ di disordine nella vita quotidiana di questo mondo. Le strade si cancellarono, le memorie dei computer si smagnetizzarono e alcune tracce che segnavano spostamenti e modi di vita quotidiana si mischiarono tra loro, facendoci perdere l’orientamento, la comunicazione e il senso del nostro vivere quotidiano…
E poi ricordo anche, seppur in maniera sfocata, che gli abitanti del polo nord d’un tratto si ritrovarono seduti vicino agli abitanti delle risaie dell’est mentre gli abitanti di alcune città dell’ovest si ritrovarono con i pescatori dei mari del sud…
Subito mi domandai come avrei fatto per continuare a vivere, perché vivere ci era ancora stato concesso e quindi occorreva ripartire immediatamente con qualche cosa e in qualunque direzione, ma soprattutto ciò che mi spaventava maggiormente era come avrei fatto a comunicare con un mio simile se non avesse parlato la mia lingua.
Per questo mi sbrigai a sognare, subito dopo, che in quel caso, non potendo più utilizzare ne’ telefono ne’ computer, mi avrebbe sicuramente fatto comodo un buon libro, ma forse ancor meglio un bell’abbecedario, sopravvissuto alla tempesta e con tante parole buone che mi avrebbero aiutato.
E se per qualche altro infausto motivo quel libro lì non avessi potuto conservarlo, mi sarebbe bastato il suo ricordo, e poi avrei messo insieme le lettere che avrei ricordato”.

L’Abbecedario del Buon Terrestre è composto di lettere, parole e immagini che raccontano,sottoforma di elenco alfabetico illustrato, del significato di alcune delle parole più importanti che normalmente utilizziamo o che avevamo dimenticato e di cui conserviamo ancora il legame non solo semantico ma anche di suono e di humus della terra sulla quale viviamo.
Sono le parole che vorremmo che i nostri figli non dimenticassero mai…

C’è chi si batte da tanti anni nella ricerca, conoscenza e preservazione di antichi semi non contaminati dalle mani incolte di alcuni uomini, semi che ancora raccontano nella loro natura genetica del terreno nel quale hanno vissuto, delle stagioni dell’anno, dei raccolti più o meno abbondanti e soprattutto delle mani degli uomini buoni che ciclicamente ogni anno gli hanno permesso di rigenerarsi per continuare a vivere forti e naturalmente nei secoli.
Ed è grazie a questi semi che ci è stato permesso di nutrirci, di generazione in generazione, trasportando insieme al nutrimento, i saperi e le conoscenze del mondo attraverso le mani che li han custoditi.
Come questi semi, esistono parole nel nostro linguaggio quotidiano che conservano anch’esse un legame biologico e completo con la nostra storia, evoluzione e tradizione di viaggiatori e custodi di questo pianeta, offertoci per un po’ in prestito.
Così come i semi quindi, ci sono ancora parole “buone” che vorremmo non si estinguessero, o che tornassero utili nel nostro quotidiano linguaggio e che nonostante le varie contaminazioni linguistiche, di stili di vita e di scelte più o meno consapevoli, molti di noi vorrebbero continuassero ad esistere, come custodi della nostra umanità.

Queste parole (come spero ne rimangano anche altre) dovranno tracciare ancora rotte e mappe sicure nei tragitti dei nostri figli, come corredo genetico e di appartenenza culturale, non solo globale; e raccontare ancora come gli antichi semi, della storia di chi li ha pronunciati, dei suoni che creino legami e comunicazioni tra i diversi pianeti.
Ogni lettera dell’alfabeto è rappresentata da una parola scelta da una persona scelta a sua volta.
Attraverso le parole catalogate, si possono raccontare le storie di chi le ha donate, di chi già da tanto tempo sa come muoversi naturalmente e con rispetto nel mondo in cui viviamo.
Il progetto del libro vuole racchiudere, attraverso le parole donate dagli amici coinvolti, 10 anni di lavoro sul territorio teramano, come operatrice culturale, artista visiva e teatrale attraverso i Teatri de le Rùe.
In questi 10 anni si sono intrecciate tante collaborazioni artistiche, con scuole ed enti privati, residenze teatrali che hanno portato tra i nostri monti registi e ricercatori a formarci e condividere pezzettini di conoscenze insieme agli anziani e ai bambini che hanno abbracciato i nostri laboratori e spettacoli.
Questo viaggio in 10 anni ed attraverso queste discipline seppur diverse hanno sempre dato gli stessi risultati o meglio le stesse emergenze: l’amore o no per la propria terra.
Dalla cura meticolosa degli orticoltori che preparavano il terreno per il loro raccolto e per ospitarci con il nostro spettacolo, alla frenesia di raccontare qualcosa in più, quel qualcosa che sta dietro l’interpretazione di un libro per la messa in scena di uno spettacolo…
In ogni dove e come noi l’avessimo indagato, lavorare con un territorio e con i suoi abitanti ha implicato nel bene o nel male amarlo, prendere in mano le sue conoscenze e abbracciarne l’eco di lotta per la sopravvivenza, o per un gran cambiamento culturale.
Nell’attesa di questo grande cambiamento, ci premuniamo intanto di un libro che ci ricordi il nostro cammino e soprattutto chi siamo, e poi possa succedere quel che succeda, ma noi questa terra con tutti i suoi difetti, possiamo affermare che ancora l’amiamo.
MARA DI GIAMMATTEO

 

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